A partire dal dopoguerra, parallelamente alla produzione poetica, Sereni ha scritto anche numerose prose. Lo stesso autore definiva la scrittura in prosa come una ‘tentazione’, mostrando interesse e passione verso questa forma espressiva, che non assumerà mai comunque in lui il carattere di attività privilegiata.
Oltre alle prose comparse nel ’62 nella raccolta Gli immediati dintorni, in parte narrative, in parte in forma diaristica o di autocommento, egli progettava una raccolta più propriamente narrativa, che non vide mai la luce. Da allusioni in interviste, note dattiloscritte e manoscritte, comunicazioni verbali a parenti e amici è possibile ricostruire parzialmente il piano di quest’opera, nella quale Sereni intendeva riunire in ordine cronologico sotto il titolo La traversata di Milano (probabilmente modellato sul titolo del film francese La traversée de Paris di Autant-Lara) prose narrative sia già pubblicate in altre sedi (per esempio, Il sabato tedesco, edito per Il Saggiatore nel 1980 insieme all’Opzione, o Ventisei, brano incluso nella prima edizione di Stella Variabile e poi espunto) sia inedite. Il progetto, non concluso dall’autore al sopraggiungere della morte, è stato ripreso nella seconda parte del volume La tentazione della prosa (Mondadori 1998), a cura di Giulia Raboni: con il titolo originario di La traversata di Milano viene presentata in questa sede l’edizione critica dei brani che, secondo l’abbozzo di Sereni, avrebbero dovuto far parte della raccolta, oltre a quella di alcuni altri testi inediti, collocati nell’Appendice.
I testi inclusi nella raccolta sono i seguenti: La cattura; L’Opzione; Ventisei; Il sabato tedesco; Graziano; L’assunzione I; L’assunzione II; Dall’esilio; Trasloco, Un qualcuno che è poi Luciana; Carolus. A questi si aggiungono alcuni altri testi nella sezione Allegati (La pietà ingiusta, in versi, poi incluso negli Strumenti umani; Le sabbie dell’Algeria; Lucus a non lucendo; Trapianto; È cresciuta, in versi, poi inserito con qualche modifica in Stella variabile) e nell’Appendice (Una guerra non combattuta; Davvero quell’odore di pesce; La sconfitta, Quando lei correva; Quell’anno nostro fratello; Piede freddo; Mi imbatto in lui).
Tra i brani della Traversata di Milano particolare rilievo hanno i due racconti L’Opzione e Il sabato tedesco, le due prose narrative più estese e meglio riuscite di Sereni.
Nell’Opzione, in uno stile limpido, scorrevole e preciso, vengono descritte le vicende che, durante l’annuale Fiera del Libro di Francoforte, ruotano attorno a un misterioso volume che dovrebbe contenere tutto ciò che accadrà nel mondo nei dieci anni successivi. Il libro, che non compare mai materialmente, ma costituisce l’oggetto di numerose conversazioni e viene offerto in esclusiva da una serie di personaggi ad altri, compreso il narratore, dirigente di una casa editrice milanese dietro al quale è possibile riconoscere lo stesso Sereni, offre lo spunto per un’ironica descrizione del mondo editoriale e delle figure che lo popolano e nello stesso tempo apre squarci sui desideri, le incertezze e le paure del narratore inserito, seppure con riluttanza, in questa realtà. È difficile assegnare L’opzione a una specifica tipologia testuale, come lo stesso Sereni osserva in una lettera all’editore Scheiwiller, riportata nell’apparato critico della Tentazione della prosa: «Che cos’è dunque L’opzione? L’opzione è una cosa. Cioè non è un racconto, non una poesia in prosa, non un “giallo” poliziesco, non un messaggio, non una satira, non uno studio sociologico, non la rappresentazione di un determinato ambiente. Nessuna insomma di queste cose, anche se ogni tanto e di volta in volta ne prende l’aria, ma una “cosa”». Nel testo la voce del narratore, che parla in prima persona e si rivolge con il tu a un’interlocutrice misteriosa che non interviene mai, si mescola alle voci degli altri personaggi, riportate per lo più in discorso indiretto libero, in una girandola di conversazioni all’interno delle quali risulta difficile seguire con precisione l’evolversi degli eventi; la tensione generata dalla ricerca del famoso volume a cui tutti danno la caccia viene poi disattesa nel finale senza che il mistero venga svelato: l’impressione del lettore è dunque quella di una realtà instabile, in continuo mutamento e priva di punti di riferimento. L’opzione può essere letta da questo punto di vista anche come un’allegoria della difficoltà di comprendere il reale e di esprimere questa comprensione attraverso la scrittura, temi ricorrenti nell’opera sereniana e fondamentali anche nelle coeve poesie degli Strumenti umani.
Il sabato tedesco fa riferimento allo stesso scenario dell’Opzione, la partecipazione alla fiera di Francoforte, ma ne costituisce la rivisitazione nella memoria; l’io narrante, ormai lontano nel tempo e nello spazio, ritorna su quegli eventi, sui personaggi di allora e sul racconto che ne aveva fatto: la prosa, priva di una trama ricostruibile e con andamento narrativo spezzato, procede qui alternando quadri di rievocazione memoriale, riflessioni sulla scrittura e sul ricordo, inserti poetici e squarci onirici e allucinati, popolati di figure che incarnano le debolezze e le angosce del narratore stesso. Anche lo stile ha perso la fluidità dell’Opzione e si fa rotto, segmentato da pause interne, tutto concentrato in immagini liriche e simboliche, richiamando da vicino lo stile dei versi della coeva raccolta Stella Variabile.
Lo stesso rapporto tra cronaca degli eventi e rivisitazione memoriale che lega L’Opzione al Sabato tedesco si ripropone nel legame tra i due brani La cattura e Ventisei: il primo è un resoconto della resa agli americani in Sicilia nel ’43, mentre il secondo, originariamente inserito al centro della prima edizione di Stella variabile, è il racconto in prima persona di un viaggio in Sicilia dell’autore con la moglie e la figlia, in visita ai luoghi dove egli era caduto prigioniero esattamente ventisei anni prima. Il viaggio è l’occasione per ritornare non solo sulla propria traumatica esperienza e sui suoi strascichi, ma anche sui numerosi testi che da quella stessa esperienza sono nati, nella speranza – che si rivelerà illusoria – di chiudere la partita con il passato. In realtà, il processo interiore di rivisitazione e analisi del passato, a cui la scrittura vorrebbe tentare di mettere un punto fermo quando questo ne costituisce invece la linfa vitale, non arriva mai a una conclusione definitiva e all’autore non resta che constatare di trovarsi «fermo al limite a cui mi sono sempre fermato ogni volta che ho messo righe sulla carta. Nel punto dove la vera avventura, l’impresa vera incomincia».


Edizioni:

  • La tentazione della prosa, a cura di Giulia Raboni, introduzione di Giovanni Raboni, Mondadori, Milano, 1998.
  • Poesie e prose, a cura di Giulia Raboni, con un saggio introduttivo di P. V. Mengaldo, Oscar Mondadori, Milano, 2013.

Edizioni d’autore in cui compaiono singoli testi poi inclusi nella Traversata di Milano

  • L’Opzione e allegati, Scheiwiller - All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano, 1964.
  • Ventisei, con sei acqueforti di Augusto Perez, Edizioni dell’Aldina, Roma, 1970.
  • Il sabato tedesco, con nota introduttiva di F.  Brioschi, «Biblioteca delle Silerchie» Il Saggiatore, Milano, 1980.
  • Graziano, Il catalogo, Salerno, 1982.
  • Senza l’onore delle armi, con una nota di D. Isella, Scheiwiller - All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano, 1986.


Riferimenti:

  • Franco Brioschi, La prosa e la poesia: “Il sabato tedesco” di Vittorio Sereni in V. Pisani et alii, Studi di lingua e letteratura lombarda offerti a M. Vitale, vol. II, Giardini Edizioni, Pisa, 1983, pp. 1027-1038.
  • Maria Antonietta Grignani, Le sponde della prosa di Sereni, “Poliorama”, n.2, dicembre 1983: pp. 121-144.
  • Marco Forti, Sereni narratore: “L’opzione” e il “Sabato tedesco”, in La poesia di Vittorio Sereni, Atti del convegno di Milano 18-19 settembre 1984, Librex, Milano, 1985: pp.447-458.
  • Luca Lenzini. Le distanze della prosa.Il sabato tedesco’ di Vittorio Sereni, in Id., Interazioni tra poesia e romanzo: Gozzano, Giudici, Sereni, Bassani, Bertolucci, Temi, Trento, 1998, pp. 111-135.
  • Stefano Cipriani, Il  libro della prosa di Vittorio Sereni, Firenze, Società editrice fiorentina, 2002.
  • Laura Barile. Polifonia e poesia: il 'palpito contrario' che risale dal fondo nel "Sabato tedesco" di Vittorio Sereni, “Per leggere”, 2013, n. 25, pp. 165-186.